Platone

 




Platone, figlio di Aristone del demo di Collito e di Perictione, nato ad Atene, 428/427 a.C. e morto ad Atene, 348/347 a.C., è stato un filosofo e scrittore greco antico. Insieme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele, ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale.

L'ACCADEMIA

Platone istituì l'Accademia (il nome deriva dal luogo in cui è stata fondata), nel 387 a.C, che ha come obiettivo la rigenerazione spirituale del corpo, basata sul sapere filosofico.

L'Accademia costituiva un centro di ricerca scientifica dai tratti molto originali; l'Accademia era infatti un'associazione religiosa dedicata al culto delle Muse, ma soprattutto un importante luogo di studio, dotato di una biblioteca e di materiale didattico e scientifico, in sui si dedicavano alla ricerca tanti giovani aristocratici di Atene e dell'interno del mondo greco, oltre che filosofi, matematici, astronomi, scienziati.

L'aspirazione più profonda della scuola platonica è da ricercarsi nell'educazione etica e politica dei giovani, in un'epoca segnata da crisi dell'ideale democratico e dalla decadenza delle virtù civiche tradizionali. La scuola ebbe lunga vita, si mantenne per più di novecento anni, fino a che Giustiniano la fece chiudere nel 529 d.C.

IL DIALOGO

Platone segue il modello socratico, che si basava sull'indagine condivisa, e non a caso la maggior parte delle sue opere ha forma dialogica. Si tratta infatti della forma letteraria che meglio si presta a esprimere l'idea della verità come ricerca continua e interpersonale, che non può essere confinata in un sistema chiuso e definito. Questa ricerca lenta e faticosa porta l'uomo a interrogarsi incessantemente. Solo attraverso un interrogarsi onesta e rigorosa si può acquisire la scienza, la quale, nella misura in cui è utile, contribuisce alla felicità degli uomini. Il dialogo è sempre presente nelle opere platoniche, poiché offre diversi punti di vista; gli individui conversano, fanno domande, rispondo a domande, trovano soluzioni. Socrate è spesso presente e da talvolta soluzioni sulla quali tutti concordano. Porta gli uomini a non dare idee generiche ma ad andare nel dettaglio del concetto per poter dare una risposta con una struttura logica e rigorosa.

IL RUOLO DEL MITO

I miti trascritti, inventati o rivisti da Platone hanno duplice funzione:

  • serve a per comunicare in modo più accessibile e intuitivo dottrine particolarmente difficili;

  • viene utilizzato per alludere a realtà che vanno al di la dei limiti dell'indagine razionale, a cui l'autore crede fermamente, ma che non ha modo di dimostrare in modo rigoroso attraverso la ragione filosofica.

Quindi, il mito ha sia un ruolo didattico sia una funzione filosofica. Per esempio, la teoria metafisica dell'immortalità dell'anima non potrebbe essere trattata perchè non rispecchia le qualità che richiede la nostra mente razionale, per questo abbiamo un mito.

LA RICERCA DI UN CRITERIO DI VERITÀ SOLIDO E INCONTROVERTIBILE

Platone inizia e riprende da quello che aveva cominciato Socrate. Socrate disse che l'anima diventa buona e virtuosa attraverso la conoscenza: se essa conosce ciò che è bene nelle varie circostanze, non può commettere il male. Platone si pone un quesito: cos'è il bene e quali sono i valori  assoluti a cui deve ispirarsi il sapiente per promuovere un rinnovamento sociale, e in che modo si possa giungere a conoscerli? Da questa domanda, parte l'indagine con doppia valenza, teorica e pratica.

Fin dall'inizio, riconosce che i sensi non consentono di pervenire a un'idea unica e oggettiva del bene. Non possiamo realmente affidarci al piacere, assenza di sofferenza o nella buona salute per trarne fuori l'idea di bene, l'esperienza sensibile non è sorretta da un criterio univoco di verità: ciò che è bene per me potrà non essere bene per te, come affermavano i sofisti quali sostenevano l'assoluto relativismo della coscienza. Per Platone, è fuori discussione che questo tipo di verità sia la risposta, visto che richiede criteri di verità immutabili e universali, cioè validi per tutti.

Esiste, tuttavia, l'idea assoluta di bontà, che costituisce un criterio solido e universale e ci permette di formulare vari giudizi come "Socrate è buono" e "gli dei sono cattivi". Se non ammettiamo l'esistenza di parametri oggettivi a cui riferirci nei giudizi, non potremmo dare a loro una affermazione avene un valore universale. Tali parametri sono appunto costituiti da idee, criteri di conoscenza ma anche causa e fondamento della realtà.

LA SECONDA NAVIGAZIONE

In Fedone, Platone chiarisce l'itinerario intellettuale che lo porta all'elaborazione della teorie delle idee, facendo ricorso a una metafora marinaresca: la ''prima navigazione' si realizza sospinti dal vento, mentre la ''seconda navigazione'' comportava, una volta subentrata la bonaccia, il ricorso ai remi. Egli sostiene di aver avuto una prima navigazione grazie ai filosofi naturalisti, per poi intraprendere, deluso da quella, una navigazione ulteriore basata soltanto sulle proprie forze, che lo conduce alla scoperta del mondo delle idee.

(Un perfetto esempio potrebbe essere quello di un alunno che durante una spiegazione in classe, rimane perplesso e un po' confuso, e poi, nel ritorno verso casa, ripensandoci, gli arriva una ''illuminazione'', realizzando concetti e tirando fuori nuove idee.). 

Platone, con le sue idee, realizza che non è possibile che cause materiali dei fenomeni siano le cause ''ausiliare'', ''con-cause'', strumenti al servizio di cause superiori e di diversa natura? 

O meglio, si inizia a domandarsi se la causa di ciò che è sensibile , mutevole, perituro non possa essere qualcosa che trascende il sensibile stesso e che abbia le caratteristiche dell'immutabilità, dell'eternità e dell'assolutezza.

Ci pone la domanda del perché Socrate si sia trovato in carcere e ci possiamo dare multipla risposta: individuiamo delle cause meccaniche e materiale, come il fatto che Socrate abbia un corpo e dei muscoli che gli permettono di essere fisicamente nella cella, ma se ci chiediamo la vera motivazione per cui Socrate sia in carcere, ci diamo una risposta di ordine superiore e morale: egli accettò la il verdetto dei giudici e si sottopose alle leggi dell Stato, giudicando che questo fosse il bene. 

Il pensiero occidentale inizia a cambiare irreversibilmente e va oltre alla dimensione di tipo fenomenica: vi sono due piani dell'essere, uno fenomenico e visibile, il mondo delle cose; l'altro meta-fenomenico e invisibile, quello delle idee, che può essere colto soltanto con gli strumenti razionali. Vediamo dunque il mondo più approfondito  in che cosa consistono le idee e quali sono le sue caratteristiche.

LE IDEE E LA LORO NATURA

La parola ''idea'', nel linguaggio moderno indica un pensiero, una rappresentazione mentale, un concetto. Le idee di cui parla Platone, invece, non sono concetti astratti, ma vere e proprie entità di natura differente rispetto al sensibile e indipendente dalla nostra mente, a cui facciamo riferimento nel momento in cui pensiamo: esse costituiscono criteri di verità delle cose e anche la loro <<causa>>, la ragion d'essere di tutto ciò che esiste

Nella visione platonica le idee sono dunque sostanze immutabili e perfette poste in un "altro" mondo, chiamato iperuranio (che in greco significa letteralmente al di là del cielo). 

Platone descrive ''incorporee'', ''espressione piena dell'essere'', ''in se per sé", ossia oggettive, non relative al soggetto ma aventi una natura ''assoluta''. Le idee pertanto non sono un pensiero ma un essere, anzi ciò che Platone considera il ''vero essere''.

IL RAPPORTO TRA LE IDEE E LE COSE

A questo punto emerge una frattura tra il mondo sensibile, visibile, mutevole, perituro, relativo, e il mondo delle idee, invisibile, immutabile, eterno, assoluto. 

Si parla di una relazione di mimesi (imitazione, dal verbo mimesis), sostenendo che le cose imitano le idee; ad esempio, la sedia prodotta dall'artigiano è fatta a imitazione della idea di sedia, la quale possiede requisiti essenziali cui deve corrispondere la sedia per essere definita tale. In questo senso, le idee sono ''paradigmi'' o ''modelli'' universali.

Si parla anche di una relazione di metessi (dal greco methexis), nel senso che le cose sensibili partecipano in un qualche modo alla perfezione delle rispettive idee nel mondo ideale; ovvero, le cose quadrate partecipano all'idea di ''quadrato'' come le azioni giuste partecipano all'idea di ''giustizia''.

In terzo luogo, viene anche citata la parusia (dal greco parousia) delle idee nelle cose, nel senso che il mondo sensibile non è che una espressione visibile di quello ideale; ad esempio nell'azione giusta si rivela e prende corpo l'idea di giustizia'', cosi come nel volto di una bella ragazza si realizza l'eterna e perfetta ''idea di bellezza''.

Platone si sforza nello stabilire, al di là delle spiegazioni proposte, una continuità tra il mondo sensibile e quello ideale.

SUPERAMENTO DEL RELATIVISMO SOFISTICO

Nonostante le varie relazioni fatte tra il mondo sensibile e il mondo ideale, le idee rappresentano sia le cause, sia il paragone delle cose ed è tutto relativo ai nostri ideali buono o cattivo. Platone, identificano la verità con le idee, elimina ogni forma di scetticismo e di relativismo, raggiungendo un punto di vista assoluto e universale. La sua dottrina mette a capo una metafisica delle idee che fonda e giustifica i concetti e il linguaggio al di là di ogni possibile dubbio. Questo risultato ha conseguenze importanti: gli uomini, infatti, possono progredire nella vita sociale e politica solo nella misura in cui riescono a dialogare, a confrontarsi e, alla fine, a raggiungere un accordo sulla cui base costruire la vita civile; fatto che presuppone l'esistenza di principi validi per tutti.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE IDEE

Platone articola le idee in due categorie.

a) idee di valori morali, estetici e politici come quelle del Bene, della Bellezza e della Giustizia;

b) le idee di enti geometrici-matematici, come il numero, il cerchio, la linea, il triangolo, il quadrato , l'uguaglianza...

La tesi cui filosofo giunge nelle opere della maturità è che a ogni realtà sensibile corrisponde una forma ideale; esiste un'idea di tutto ciò che è. Esistono idee di oggetti naturali, come piante, uomini o animali, ed esistono idee di oggetti artificiali o manufatti, come il letto, il tavolo o la casa.

IL BENE E LE IDEE

Le idee non sono disorganizzate ma viene ritenuto ci sia una gerarchia di valori alla base della variegata struttura e che al vertice si collochi l'idea del bene, che è il valore supremo a cui tutti gli altri si ispirano

Il bene, per Platone è un qualcosa di ''divino'', non inteso come impersonificato in un Dio personale o creatore, come nel cristianesimo, ma come divini sono l'anima, gli astri, le stelle, e soprattutto non crea idee, che sono eterne, limitandosi a trasmettere la sua perfezione. Il bene è la causa di tutto ciò che è bello e buono; esso è come il sole, la cui luce permette di vedere ogni cosa, che scompaiono dalla nostra vista non appena tramonta la notte. Il bene costituisce l'armonia e la ragion d'essere del tutto, ciò dà valore a tutte le altre cose.

SUPERAMENTO DI PARMENIDE

Il mondo delle idee di Platone ha molte affinità con l'essere di Parmenide: come quest'ultimo, infatti, le idee sono eterne, incorruttibili, immutabili. Tuttavia, differiscono dal fatto che, Parmenide, portava dietro con sè, la difficoltà di concepire la molteplicità, il divenire e il movimento. Se per Parmenide ''l'essere è e il non essere non è'', per Platone è insostenibile. Bisogna avere il coraggio del ''parricidio'', cioè uccidere il padre Parmenide prendendo congedo dal suo errore di guardare all'essere come a qualcosa di statico, unico e immobile. Questo perché l'universo è una dimensione articolata e complessa costituita da una pluralità di idee gerarchicamente organizzate e variamento connesse tra loro. 

Platone afferma che le idee sono identiche a se stesse, come l'essere di Platone, ma diverse da ogni altra idea. Viene individuato l'errore di Parmenide del confondere il ''diverso'' col ''nulla''; quando diciamo che l'uomo ''non è'' la scimmia, non affermiamo il nulla assoluto, ma una differenza tra ''l'essere umano'' e ''l'essere scimmia''. Dunque, secondo l'analisi platonica, anche il non essere partecipa all'essere.

Successivamente, Platone rileva come ogni idea sia in uno stato di ''quiete'', considerata in se stessa, ma di ''movimento'' se vista in relazione alle altre idee.

In sintesi, l'idea non è staticamente isolata, ma può entrare in relazione con altre idee in virtù dei suoi cinque attributi fondamentali, i cinque generi sommi, che sono:

  1. l'essere;

  2. l'identico;

  3. il diverso;

  4. la quiete;

  5. il movimento.

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