ARISTOTELE
Torna ad Atene forte della protezione di Alessandro Magno e, nel 335 a.C., fonda una nuova scuola, il Liceo (Peripato). A differenza dell'Accademia platonica, nel Liceo aristotelico gli allievi non erano tenuti a rispettare particolari regole comuni di vita e non avevano un progetto politico da elaborare. L'attività scolastica era costituita dall'insegnamento e dalla ricerca.
Il progetto filosofico
- l'area delle scienze teoretiche o conoscitive (theoria: "osservazione"): conoscenza disinteressata, che non ha altro fine se non la comprensione di com'è fatta la realtà;
- l'area delle scienze pratiche: praxis indica l'azione morale, intenzionale e tipicamente umana;
- l'area delle scienze produttive o poietiche (poiesis: "produrre"): ambito dell'arte e della tecnica.
- oggetto: il necessario (=ciò che non può essere diverso da come è)
- matematica: enti naturali aritmetici o geometrici (immobili)
- fisica: enti naturali terrestri e celesti (in movimento) filosofia prima: essere in quanto essere (metafisica)
- scopo: conoscenza disinteressata della realtà
- metodo: dimostrativo
- oggetto: possibile (ciò che può essere diverso da come è)
- etica: studio del comportamento individuale (che cos'è la felicità?)
- politica: studio del comportamento collettivo (le strutture della società e le forme di governo)
- arti architettoniche, plastiche e figurative, le quali usano materia e colore per realizzare i loro manufatti
- la musica e la poesia; arti che si esprimono mediante la voce
- la danza; arti che si esplicano attraverso il movimento
- la retorica; arti che producono discorsi persuasivi
Aristotele non condivide le idee di Platone, egli è convinto che le idee non esistono come entità separate dal mondo reale, ma sono piuttosto parti integranti del mondo stesso.
In altre parole, Aristotele sosteneva che le idee fossero l’essenza delle cose stesse.
Ad esempio, la “bellezza” non esiste come entità separata dal mondo reale, ma è piuttosto un'essenza che si trova in tutte le cose che sono belle.
In questo modo, Aristotele oltrepassò la dualità tra il mondo delle idee e il mondo reale, sostenendo che le idee sono parte integrante del mondo reale stesso, allontanandosi dal platonismo.
La domanda che Aristotele si pone sull'essere è “che cosa significa “essere”?
Aristotele credeva che l'essere fosse la caratteristica fondamentale di tutte le cose, e che la conoscenza dell’essere fosse essenziale per la comprensione del mondo. In particolare, Aristotele cercò di capire la natura dell'essere e la sua relazione con le cose che esistono. Egli sostiene che l'essere non è una semplice somma di attributi, ma piuttosto una realtà complessa che richiede un'analisi dettagliata per essere compresa.
Con ciò, Aristotele volle sviluppare una nuova dottrina filosofica dell'essere che potesse spiegare la natura del mondo e la sua relazione con l'uomo.
L’aristotelismo sostiene che la sostanza è ciò che esiste in modo indipendentemente e autonomo, ovvero ciò che esiste in sè stesso e non in un'altra cosa. La sostanza è la realtà ultima di ogni cosa, ovvero ciò che rende una cosa ciò che è. Aristotele distingue due tipi di sostanza: la sostanza prima e la sostanza seconda.
La sostanza prima è l'oggetto stesso, mentre la sostanza seconda è la forma che l'oggetto assume. Ad esempio, la sostanza prima di un tavolo e il tavolo stesso, mentre la sostanza seconda è la forma che il tavolo assume, il suo materiale, il suo colore…
In questo modo, Aristotele cercava di definire la sostanza attraverso l'analisi delle sue proprietà essenziali, cercando di comprendere ciò che rende una cosa ciò che è.
Aristotele definiva la sostanza come un insieme di potenzialità e attualità, ossia ciò che una cosa può diventare e ciò che è diventata.
Ad esempio, un seme alla potenzialità di diventare una pianta, ma solo quando si sviluppa diventa attualità. In questo modo, Aristotele cercava di definire la sostanza come un insieme dinamico di potenzialità e attualità, cercando di comprendere ciò che rende una cosa ciò che è attraverso il suo sviluppo e la sua evoluzione.
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